“Buonasera Signora Maschera”: il vero Carnevale di Venezia
Non definitemi una guastafeste, ma il Carnevale non è la mia festa preferita, anzi per essere più precisa il Carnevale Moderno non è in cima alle mie preferenze.
Il Carnevale di Venezia è una delle festività più antiche della Serenissima di cui si ha testimonianza e per chi ne conosce la storia vedere la propria città invasa da turisti, il cui scopo principale è girare senza meta per le calli vestiti nelle maniere più inappropriate, è un po’ deprimente.
Il Carnevale di Venezia nasce attorno al XII secolo e durava non solo due settimane, come siamo ormai abituati a concepirlo, ma bensì sei, dal 26 Dicembre al Mercoledì delle Ceneri, anche se molto spesso i festeggiamenti iniziavano già i primi di ottobre.
Per il veneziano l’arrivo del Carnevale significava mettere da parte affari e problemi, per dedicarsi completamente al divertimento. Piazza S. Marco fu definita “la più bella sala da ballo del mondo“, era qui infatti che ci si riuniva per festeggiare.
Il divertimento a Venezia, inoltre, prevedeva l’organizzazione di spettacoli teatrali e di performance all’aperto di giocolieri.
Il periodo del Carnevale era particolarmente sentito dagli abitanti di Venezia, perchè era l’unico momento dell’anno in cui la gente, di qualsiasi rango, annullava la sua identità per assumerne un’altra.
La maschera usata era la Baùta, semplice maschera bianca che copriva interamente il viso, e che, proprio perchè indossata da tutti, ricchi e poveri, aveva il potere di porre ogni singolo veneziano sullo stesso piano. Anche il saluto era simbolo di eguaglianza, si usava infatti dire “Buonasera Signora Maschera“, senza preoccuparsi se dietro la Bauta si stesse celando un ricco commerciante o un pregiudicato. Anche chi viveva una vita condannata dai pregiudizi aveva la possibilità per qualche settimana di vivere da uomo libero.
Venezia è stata famosa anche nell’antichità per il Carnevale, ma se un tempo aveva questo significato negli anni è andato perduto, lasciando il posto al puro gusto estetico e agli eccessi.
Ogni anno nelle calli sfilano le maschere più diverse, dai costumi d’epoca a quelle artigianali forse più originali. E’ vero che il Carnevale veneziano rimane famoso in tutto il mondo, ma la congestione di un numero di turisti decisamente superiore alla capacità di carico della città, non fa altro che annientare il vero spirito carnevalesco a discapito di confusione, disagio per gli abitanti, sporcizia e chi più ne ha più ne metta.
A prescindere da ciò, consiglio ad ogni turista di viverlo almeno una volta nella vita ma non con il solo intento di passare una giornata all’insegna del divertimento e dell’esagerazione, ma apprezzando una tradizione che ha secoli di storia e che nel cuore dei veneziani ha ancora un solo significato: la libertà di essere chi si vuole essere vivendo fuori dagli schemi sociali.
Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.