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Riflessioni

C’era una volta una viaggiatrice…

C’era una volta una viaggiatrice, una viaggiatrice con un bagaglio di aspettative e di sogni da realizzare, con in mano un 3310, un taccuino dalla copertina fatta di carta stropicciata e una penna, rigorosamente nera.

Guardava il mondo attraverso i suoi occhi azzurri, mai stanchi di riempirsi di meraviglie e sempre coperti da un velo lucido, una malinconia insita e silente, che le donava una visione particolare del mondo.

Viaggiare la entusiasmava, la ricerca del luogo, l’acquisto del biglietto, che ancora non ci si fidava a comprare online, le ore in libreria a scegliere la guida da sottolineare e non perse dietro ad un monitor, con il rischio di aumentare la sua miopia. Una macchina fotografica a rullino, che durante un viaggio ha fatto centinaia di foto a vuoto. Il rullino non c’era ed ora tutti quei ricordi sono immagazzinati da qualche parte, forse qualcuno scritto a penna, in quel famoso taccuino.

C’era una volta una viaggiatrice che amava viaggiare per il puro piacere di scoprire, per sentire il colpo al petto che un aereo dà quando si alza in decollo e il sentimento di emozione che accompagna ogni atterraggio. Il groppo in gola, però, lo sente ancora, ogni volta che attraversa il finger che la porta in aereo, ogni volta che riesce a sorprendersi di quanto il mondo sia ricco di cose che non avrebbe mai potuto immaginare, ogni volta che, al ritorno, anche se ne scrive, racconta il proprio viaggio agli amici, davanti a un buon bicchiere di vino rosso.

C’era una volta una viaggiatrice libera, libera dalla schiavitù di una connessione dati e da quella smania del “tutto e subito”.

Libera di godersi il momento, di guardare una città negli occhi e farsi rivelare i suoi segreti, di farsi raccontare le sue storie, storie, che alle volte entrano così profondamente dentro, che non andrebbero raccontate con superficialità e leggerezza. Ci sono attimi in viaggio che non tornano più, ci sono attimi che bisogna vivere e non registrare, attimi che lei custodisce gelosamente nella memoria e che sono stati in grado di cambiarla come persona.

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C’era una volta una viaggiatrice acerba, troppo giovane per capire, troppo piccola per apprezzare cose che avrebbe capito più avanti e luoghi che, un giorno, le avrebbero lasciato un segno. Ogni città ha qualcosa da donare, se si è in grado di ascoltare. Ci sono posti che impressionano, ci sono posti che emozionano, ci sono luoghi che deludono, ma tutto dipende dal momento che noi stiamo vivendo.

C’era una volta una viaggiatrice che credeva nei sogni, che pensava che viaggiare fosse ciò che avrebbe voluto fare per sempre, poi è arrivata la realtà, con quel suo fare un po’ prepotente e cinico, che però ha bilanciato l’impossibile e il possibile, dando vita alla coscienza di sé.

C’era una volta una viaggiatrice, ora c’è n’è semplicemente un’altra.

Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

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