
Dov’è finita l’etica? La mia ce l’ho in tasca
Sono giorni che continuo a pensarci, è ormai diventato un chiodo fisso, sarà perché conversando con altri travel blogger scopro sempre più un mondo che mi piace sempre meno e che, quando ho iniziato, non credevo potesse essere così.
Ieri sera continuavo a domandare a me stessa se ne vale la pena, se la passione per viaggiare debba, per forza, tramutarsi in un lavoro e se poi non riesco ad apprezzarla come prima? No, forse non voglio far sì che questo blog diventi il mio lavoro, non credo lo coltiverei con la stessa intensità con cui lo faccio ora. La seconda domanda che mi sono posta è: dov’è finita l’etica?
Mi rendo conto che il mio modo di pensare sia assolutamente fuori dal mondo, che l’essere un’idealista patentata sia assolutamente controproducente, che non sono nata ai tempi dell’illuminismo dove per difendere un’idea ci si faceva tagliare la testa (ok, per fortuna non è più così tragica).
Questa mattina mi sono svegliata con una frase:
Devote yourself to an idea. Go make it happen. Struggle on it. Overcome your fears. Smile. Don’t you ever forget: this is your dream.
Che letteralmente significa: “Dedica la tua vita ad un’idea.Vai e fa in modo che si realizzi. Combatti. Supera le tue paure. Sorridi. E non dimenticare mai che questo è il tuo sogno.” Parole forti, che però mi hanno risollevato il morale. Ho aperto questo blog con lo scopo di far conoscere a chi mi legge il mondo tramite i miei occhi, non tramite quelli di una multinazionale che mi paga per farlo. Io credo nelle idee.
Dov’è finita l’etica? La mia la porto sempre nella tasca destra dei pantaloni, così quando mi siedo mi ricordo che è sempre lì, silenziosa ma pungente.
Voglio dedicare la mia vita ad un’idea, o forse anche a più di una, voglio che questo blog sia la vetrina delle mie emozioni e la prova della mia ricerca dell’inusuale. Voglio potermi vantare dell’onestà di ciò che scrivo e della trasparenza della mia persona, non ha importanza il prezzo da pagare, ciò che ha importanza è la considerazione che abbiamo di noi stessi.
Adesso vorrei dare la parola a chiunque si sia soffermato a leggere queste righe, ho un paio di domande per voi: Dov’è finita l’etica nel mondo del web? Che cosa vi aspettate da una persona che scrive di viaggi? Su che base riponete in lei la fiducia?
Io la mia idea ce l’ho, la mia scelta l’ho fatta e non torno indietro, vi sta bene? Non vi sta bene? Questo è, prendere o lasciare.
Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

Com'è difficile...

8 commenti
BassaVelocità
“La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile.” Corrado Alvaro,1959
Premesso che nulla ti costringe a trasformare ilblog in lavoro, trovo molto interessante il tuo domandarti su dove sia l’etica.
A metà Cinquecento, davanti alle mattane matrimoniali di Enrico VIII, Tommaso Moro si fece tagliare la testa pur di non cedere; l’arcivescovo Thomas Cranmer preferì dargli ragione e fondare una nuova Chiesa.
Come dire, storia vecchia questa dell’etica…
Si potrebbe obiettare che se una multinazionale ti paga avrai poi più mezzi per esprimere le tue idee: “il denaro in mano allo stolto comanda, in mano al saggio è utile” diceva Seneca, che possedeva centinaia di schiavi e molte ricchezze…
L’etica nel mondo del web è come l’etica nel mondo “reale”: esiste, ma qualcuno la usa per danneggiare i nemici, altri la tirano fuori quando gli fa comodo, pochi la seguono sempre (e no, io non sono tra questi virtuosi).
Liz Au
Ciao Enrico, sono convinta che il mio sia un donchisciottesco combattere contro i mulini a vento, ma sono un’idealista, lo sono sempre stata e come tale credo di essere condannata a perdere, non credo mi farò saltare le cervella, ma finché posso sosterrò la mia tesi, anche se nel mio piccolissimo spazio web. 🙂
Marco
Liz io non sono cosi colto da ricordarmi avvenimemti in cui per l’etica ci lascio la testa, ma senza stare li a far esempi ti posso dire quello che penso:
Sai i tuoi post sul Blog son belli da leggere e credo proprio perché uno capisce che li scrivi con il cuore… di recensioni sui posti in web ne trovi tantissimi ma capisci subito se son scritti con il cuore e il piacere di farlo o solo per far pubblicità a chi organizza le cose…
una mia amica Claudia Fumagalli organizza eventi, lei è un po come te … anche se ora un po’ a dovuto adeguarsi agli altri ma il suo tocco lo noti… se una cosa non le piace non la fa: se obbligata, ora campa a far quello, lo noti c’è meno entusiasmo e perfezione…
Purtroppo è facile dirlo, finché riesci a tenerlo come Hobby poi scegliere,ma quando diventa un lavoro ti toccherà anche a te scrivere se una cosa non l’hai vista.
Da quello che ti posso conoscere da qui di sicuro gli farai tra i migliori.
CIAO
sii sempre te stessa bellissima Blogger Veneziana 🙂
Liz Au
Ciao Marco,
grazie per il tuo commento, l’ho apprezzato moltissimo soprattutto perché nonostante tu mi conosca solo tramite web, ormai mi conosci da un po’.
Vorrei comunque rimaner fedele alle mie idee… per quanto posso. 🙂
ablondearoundtheworldwp
Brava Liz bel post e bell’argomento!! E’ una domanda che mi sono posta anch’io ultimamente! E’ ovvio che il valore più puro di un blog nasce da pensieri spontanei, ma se uno vuole cominciare a lavorarci (e non è che debba per forza essere una scelta obbligata ..) può comunque scegliere di stringere collaborazioni solo con compagnie che rispecchino la sua etica personale.
Liz Au
Vero, ma è altrettanto vero che esistono modi alternativi per guadagnare con un blog, che non necessariamente devono essere collegati alla “vendita di articoli” o alla spudorata sponsorizzazione di prodotti che spesso e volentieri c’entrano poco con l’argomento del blog. Ognuno poi è libero di gestire il proprio “prodotto” come meglio crede, sono consapevole che col mio modo di pensare sarà per me molto difficile guadagnare dietro Travelling with Liz, ma se così deve essere pazienza. 😛
Grazie cmq per aver espresso la tua opinione Pam
Francesca Cioccoloni
Ciao,
come sempre d’accordo…
Venendo alle tue domande: l’etica del web è finita insieme a tutte le altre, ma non lo posso dire…potrebbero esserci dei bambini!
Da una persona che scrive di viaggi mi aspetto di leggere un’esperienza autentica che possa aiutarmi a scegliere per quella meta, organizzarci un viaggio e via dicendo.
Ripongo in lei la fiducia solo se questa scrive di esperienze personali (ovvero che se le paga). Purtroppo il vecchio adagio “ci metto la faccia” che molti travel blogger sciorinano in continuazione per avallare la loro correttezza, non serve a nulla (vedi risposta uno).
Le cose che mi fanno scappare a gambe levate da un blog sono: gli errori di ortografia, mi dispiace ma leggere il verbo avere senza la h non è una distrazione o un errore di battitura, è ignoranza.
Dal momento che l’italiano regge, il secondo motivo che mi fa scappare sono frasi del tipo “lasciatemi qui – in questo posto ci ho lasciato il cuore – non è meraviglioso!”…e via dicendo.
In ultimo, da viaggiatrice pagante, sono più le volte che mi incavolo per una ladrata di un tassista piuttosto che per del cibo pessimo, che le volte che dico “non è meraviglioso!”; quindi, blog dove non c’è mai una nota di disappunto verso niente e nessuno non sono affatto credibili.
Essere degli idealisti è una strada difficile ma essere degli ipocriti è un a strada di merda.
🙂
Liz Au
Grazie Francesca, sono contenta tu abbia colto l’invito a rispondere alle domande che avevo posto e devo dire che le tue risposte si incontrano bene con le mie.
La tua frase conclusiva penso esprima appieno il concetto ahahha, diretto e semplice, conciso, mi piace per forza!