
Il collezionista di viaggi non è un viaggiatore
Sembra che basti vistare un certo numero di paesi per essere definiti un viaggiatore e, magari, a casa avere una collezione di bandierine in un cassetto, oppure esposte su una mensola del salotto come dei trofei di tutti i posti che si han visitato, ma quello secondo me non è un viaggiatore, è un collezionista di viaggi.
Il viaggiatore (ma questo è un mio modesto parere) è colui che il viaggio lo vive, lo pensa e lo realizza perché sente dentro di sé il bisogno di scoprire il mondo, le sue curiosità e le diverse culture che lo popolano, con tutti i loro difetti e pregi. Bisogna sempre cercare il bello nelle cose, ma esistono situazioni, episodi, momenti di vita in viaggio che non sono sempre belli da raccontare, però esistono e, spesso, sono quelli più reali.
[Tweet “Un collezionista di viaggi non vi dirà mai cosa non gli è piaciuto, il viaggiatore sì.”]
Non ha importanza se il numero di voli presi in un anno, supera di gran lunga quello delle volte che avete mangiato una pizza, il viaggio ha bisogno di tempo, il giusto tempo, questo l’ho capito anche durante gli on the road che ho fatto, tutti emozionanti e pieni di momenti culturali in diverse città, ma troppo veloci. Non si può correre da una parte all’altra del mondo, facendo più tappe possibili, senza poi, alla fine, assaporare profondamente qualcosa…o no?
Il viaggio ha bisogno di essere capito e metabolizzato, al ritorno le emozioni si rivivono, ma se si riparte si ha la certezza di lasciare ai ricordi il tempo sedimentarsi e di prendere il loro spazio nella nostra memoria? Oppure lasceremo che quelli nuovi ridimensionino e/o sostituiscano i primi?
Ci dimentichiamo spesso che viaggiare significa anche tornare nel luogo da cui si è partiti, è quando si riappoggiano le valigie dentro casa, che, forse, ci si rende, finalmente, conto di ciò che si ha vissuto.
Il collezionista di viaggi tutto questo non lo vive, perché non le disfa nemmeno le valigie, varca la soglia di casa, saluta, appoggia il souvenir in salotto e se ne va altrove, per portare un’altra bandierina da appoggiare sulla mensola, per fare un’altra “x” sulla cartina appesa al muro.
Domandatevi qual è il senso del vostro viaggiare, se viaggiate per voi stessi o per qualche altro motivo, se le cose le guardate con gli occhi o attraverso lo smartphone, se riuscite a portarvi a casa ricordi ed esperienze intensi, veri, come quella che la ragazza degli abbracci di Granada ha regalato a me…
Viaggiare è una scelta, una scelta alla portata di tutti, ma fatta da pochi. Collezionare viaggi è un hobby, invece, abbracciato da molti.
C’è una differenza sostanziale tra la dannazione di essere una viaggiatrice e un disturbo ossessivo compulsivo verso la raccolta di foto e di biglietti aerei.
[Tweet “Il viaggiatore sa dare il giusto tempo al viaggio, il collezionista di viaggi no.”]
Voi vi sentite più viaggiatori o collezionisti?
Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

15 commenti
Elisa
Inutile dire che mi sento (e spero di essere) una viaggiatrice… A me piace definirmi così proprio perché cerco di vivere e portare a casa il 100% delle emozioni vissute durante il viaggio. E quando Torni e porti a casa quegli episodi che per qualcuno possono essere insignificanti ma che per te hanno fatto il viaggio – da una chiacchierata, a un sorriso ad un incontro inaspettato – allora hai fatto centro!
A volte mi maledico per non riuscire ad viaggiare quanto vorrei io (so che i miei amici mi insulterebbero se leggessero!) o perché purtroppo non riusciamo mai a fare più di 15 giorni di fila quando, si sa, per godere a pieno di un viaggio ne servirebbe sicuramente qualcuno di più…ma va bene così, facciamo il pieno di emozioni (senza concentrare troppe cose insieme…non mi piace correre e non gustarmi nulla! E poi sono una fan dei ritorni!) e torniamo ogni volta con qualcosa di più 😉
Liz
Già in fondo sono le piccole cose a regalarti di più anche nel viaggio.. 🙂
Pellegrino Paolo Eretico
Concordo con la tua riflessione Liz, viaggiare è crescere, attraverso la conoscenza di un altro luogo e di altra gente, appagare la curiosità che riponiamo in noi stessi, vivere sensazioni, sapori, profumi nuovi. Questo per me è viaggiare.
Patrick
Bel post, anche io negli anni ho rallentato moltissimo i miei ritmi. A me piace addirittura tornare negli stessi posti e sogno soprattutto ritorni (islanda, india, giappone al momento). Forse anche questo è eccessivo, ma spesso un primo viaggio mi lascia un’impressione troppo superficiale, troppa curiosità, troppe aree d’ombra. E’ strano per me sentir dire frasi tipo “bastano 14 giorni” per quel Paese o che “non bastano” otto, dieci o venti. Non bastano mai e sono sempre sufficienti allo stesso tempo, per me.
Fra l’altro ho da poco letto un libro di un filosofo (Michel Onfray, filosofia del viaggio) che nella sua visione del mondo ama l’aereo, ama vedere mille posti in successione, considera sciocchi i ritorni (semplifico moltissimo, ne scriverò) e dileggia un po’ chi viaggia lentamente. Mi ha fatto riflettere, ma ho concluso che sono in totale disaccordo. Però ecco, viaggiare e trovare un senso nel viaggio e nel modo di viaggiare merita una riflessione e io ci sto pensando molto ultimamente.
Liz
Mi trovi profondamente d’accordo Patrick, il tempo in viaggio ha una dimensione diversa. Sono curiosissima di leggere la tua riflessione quando ne scriverai…
Trovare il senso del viaggio.. È argomento interessante e non facile da trattare, ma il tuo punto di vista sarà intrigante da scoprire
patrick
Il post l’ho appena scritto. Non sul senso del viaggio, argomento sfuggente e personale, sul quale sto riflettendo ultimamente (e leggendo molto, c’è un libro anche nell’ultimo post sui libri che ne tratta), ma anche sui ritorni.
Ciao, a presto
Andrea
Concordo in pieno, cerco sempre quando arrivo in un posto nuovo prima di godermelo fino in fondo con gli occhi, con il tatto.. Per me stesso; e solo infine estrarre la macchina fotografica.
Liz
La macchina fotografica è un gran strumento che aiuta a fissare il ricordo… Ma le sensazioni sono tutt’altra cosa
Silvia - Appunti in Valigia
Era da un po’ che non passavo di qui, ma sul tuo blog si trovano sempre spunti di riflessione interessanti! Diciamo che ultimamente vedo intorno a me sempre più ossessivi compulsivi e meno viaggiatori. Anche gli articoli che si trovano sul web sembrano essere una corsa contro il tempo per riuscire a scrivere di più mete possibili, per questo ultimamente mi sono molto allontanata da questo mondo.
I veri viaggiatori però ci sono ancora e sono quelli che ti sanno davvero ispirare. Nel mio piccolo io cerco sempre di assaporare ogni viaggio che faccio, spesso mi ritrovo a vedere meno cose, (saltandone anche di famose!!) ma magari godendomi un pomeriggio intero in un caffè ad osservare la gente del posto..a me semplicemente piace così..
A presto,
Silvia
Liz
Ciao Silvia,
sono d’accordo con il tuo punto di vista, anche io amo starmene distesa su un prato e vedere la gente passare, osservare i movimenti abituali, chiacchierare con il panettiere e ridere con la cassiera del supermercato.
Viaggiare ha bisogno di tempo, tempo che spesso viene perso dietro una piattaforma di social network.. ma allora cosa si vive del viaggio?
Io, come te, mi sono molto allontanata da un mondo che non sentivo mio, amo viaggiare e amo scrivere, ma di certo non scrivo per altri blogger, scrivo per chi mi legge e per me.
Un abbraccio
Pam
Sono d’accordissimo con il tuo pensiero Liz! Ne feci anch’io un post tempo fa! Un collezionista di viaggi non è altro che un altro maniaco seriale alla stregua di un shopaholic o un maniaco dell’ordine ..
Liz
Ahahah ottimi paragoni Pam! Vado a cercarmi il tuo post 🙂
il mondo capovolto (@Vale_RosaMela)
Negli anni passati i miei viaggi sono stati in realtà i miei trasferimenti all’estero per studio e lavoro. Mi piace l’idea di immergermi in un luogo, anche vivendoci per un periodo breve quando è possibile, e capirne meglio i ritmi. Ho un sacco di immagini in testa di paesi diversi sulla loro vita quotidiana. Per esempio, mi piaceva un sacco la familiarità dei percorsi che percorrevo da casa a lavoro, e l’incontrare praticamente sempre le stesse persone. Diventando una di loro, mi veniva più facile far caso a tutte le differenze e e similitudini tra me e loro.
Sembra quasi che a volte il viaggio sia diventato qualcosa di usa e getta. Parti, scatti, condividi, the end. Io sono lenta forse. O sono poco adatta al mordi e fuggi. Forse dovrebbero inventare la nuova categoria: antropogi-travel blogger 🙂
Liz
Bellissimo questo tuo pensiero… Che condivido appieno. Anche io amo questo dei luoghi, per quello mi piace starci più di un paio di giorni se posso, proprio per immergermi in un nuovo mondo e mi piace sentirmene parte 🙂
il mondo capovolto (@Vale_RosaMela)
antropologi*
Ah, dimenticavo di scrivere la cosa più importante. Bell’articolo ovviamente 🙂