perché tornare è sempre difficile
Riflessioni

Perchè tornare è sempre difficile…

perché tornare è sempre difficileCredo di essere affetta da una malattia che ancora non ha nome, odio il momento in cui, dopo una vacanza è ora di tornare a casa, eppure a pensarci un viaggio è chiamato tale proprio perchè presuppone un ritorno. Perché tornare è sempre difficile? O per lo meno per me lo è. Arriva il momento in cui bisogna rifare la valigia, guardarsi intorno, captare gli ultimi momenti e sprazzi di luce che colorano gli edifici, avere la forza di girarsi e andare.

Da quando ho iniziato a viaggiare da sola, salutare una città all’aeroporto è come dire addio ad un amante a cui ci si iniziava ad affezionare, fa male ma sai che passerà, per poi ricapitare nuovamente. Non ha importanza se la città non è l’ottava meraviglia di mondo è ciò che ti ha dato che ti mancherà, quella signora della panetteria dove andavi tutte le mattine a prendere il pane, il prendere la brioche che dopo due volte diventa già un’abitudine, il supermercato sotto casa, la gente che per strada ti parla nella sua lingua pensando tu sia una del posto, queste sono le cose che fanno sì che tornare sia sempre difficile.

Ieri ho lasciato Parigi, come ho lasciato moltissime città prima di lei, e se sotto un certo punto di vista ero contenta di tornare, una volta arrivata in aeroporto è stato come girarsi un’ultima volta, come se dall’aeroporto potessi ancora vedere la Tour Eiffel con le sue mille luci, come se cercassi una scusa qualunque per non prendere il volo verso casa, una scusa che però non si riesce a sentire perchè la voce dell’hostess che annuncia l’imbarco risuona troppo forte, o forse sai solo che, infondo, non devi sentirla, perché non è il posto in cui devi stare, o ancora non è il momento.

Prima di tornare dall’Australia, mi sono messa in ginocchio, pregando il mio compagno di viaggio di restare, ma alla fine sono tornata. Perché tornare è sempre difficile, ma questo perché poi, una volta tornati si gode quella seconda parte del viaggio che si chiama ricordo o nostalgia.

Una cosa la so per certa, non rinuncerei mai a viaggiare solo per la pura di morire di ricordi, il “dolore” che può dare un ritorno non è nulla se comparato alla gioia vissuta in quei giorni e all’emozione provata anche solo al pensiero di partire. Perché tornare è sempre difficile? Perché è così che deve andare, perché in fondo, lasciamo un pezzetto del nostro cuore in ogni luogo, in ogni tazzina di caffé al bar, in ogni biglietto della metro, è uno sgretolarsi dell’anima che ha un suono piacevole, è un donare e non perdere attimi di sé stessi che forse un giorno andremo a recuperare…o forse, anche no.

Photo By Kinga LeftSka

Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

4 commenti

    • Liz Au

      Ciao Eli, Parigi è stupenda e vissuta da sola, magari mancherà il romanticismo, ma è una città che ha tanto da dare. Una volta che prendi la metropolitana o la giri a piedi inizi già a sentirla tua. L’ho girata in auto, in bici, in autobus, in metro e in treno, oltre che a piedi, e l’ho veramente sentita alla mia portata. La gente gentile, sono riuscita a farmi capire con il mio francese maccheronico da tutti, per cui dai… vivibile! 😛

  • ester

    Quanto mi sono rivista in questo post 🙂
    Sono tornata da new york da 3 settimane, i primi giorni facevo fatica anche a parlare con mio marito, pure lui in preda alla nostalgia. Per me tornare è sempre un patire, menomale poi salta alla mente la nuova destinazione e si ricrea l’atmosfera dell’attesa! 😀

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