Riflessioni

L’amicizia per i viaggiatori, perchè è così rara e difficile

rain-travelScosto piano la tenda, fuori piove. Una sera qualunque, in un autunno qualunque, con una pioggia qualunque mi accingo a scrivere, perché mai come in questi momenti la mia mente è ispirata, anche solo dall’odore di bagnato. Difficile che la pioggia mi susciti ricordi che regalino dei sorrisi, se non forse qualcuno, ma che tendo a voler nascondere, piuttosto i pensieri diventano malinconici, soli, silenziosi.

Gli amici si contano sulle dita di una mano già quando non viaggi, se viaggi, credo bastino due dita. La solitudine diventa la tua migliore amica, sei più volte in giro per il mondo che a casa con la tua famiglia e, spesso, le persone ti fermano per strada per chiederti quand’è la prossima volta che parti e non per altro, è come se vivessero attraverso i tuoi occhi. Se viaggi è difficile mantenere i rapporti d’amicizia, paradossalmente ho più rapporti con chi sta in uno stato diverso dal mio, piuttosto che con chi abita a cinque minuti in bicicletta da casa mia.

La solitudine, incredibilmente, si sente meno in viaggio che quando si torna a casa. Credo che Miller avesse ragione dicendo che “un artista è sempre solo, se è un artista.[…] Un artista ha bisogno della solitudine”. Il viaggiatore è una sorta di artista, vive il viaggio come una filosofia di vita, ed è quasi naturale che ad un certo punto della sua vita cerchi proprio la solitudine.

Guardo fuori e piove, ancora. La valigia è vuota, riparto martedì. Mi è stato chiesto dove vado e quando torno, ma chissà come mai per vedersi un’oretta non si ha mai tempo, mentre per farsi gli affari degli altri lo si trova sempre. L’amicizia per i viaggiatori assume un valore diverso rispetto a quello che ha per coloro che il viaggio lo concepiscono come una semplice vacanza, non è data per scontata, proprio perché, nella maggior parte dei casi, non può essere vissuta appieno per questioni geografiche.

Conosco gente da moltissime parti del mondo, eppure, a casa tendo sempre a sentirmi sola. Le stesse persone che mi chiedono dove vado, quando torno, sono quelle che, in un modo o nell’altro, non hanno mai tempo di sentirti/vederti, perché c’è sempre qualcosa di più importante da fare, che spesso si riduce a una cena in compagnia o una serata fatta di bevute.

L’amicizia per i viaggiatori è cosa rara, parlo di quella veramicizie per viaggiatoria non della mera conoscenza di qualcuno, di persone nella vita se ne incrociano tante, ma sono poche quelle che veramente meritano un posto nella tasca del nostro zaino da backpacker. L’amicizia per i viaggiatori, o per lo meno per me, diventa qualcosa di estremamente profondo e difficile da mantenere vivo. Se penso che alcune delle amicizie più importanti che ho fanno base in Cina, in Germania e a Roma, un po’ mi fa sorridere. Si dice che le amicizie si scelgono in base agli interessi comuni, quindi non dovrei stupirmi se le mie comprendono un gran numero di viaggiatori, spesso conosciuti prima tramite social network e poi di persona.

Forse la mia è solo presunzione, forse semplicemente amo la mia vita così com’è, un po’ fuori dalle righe, un po’ senza pianificazione, un po’ solitaria e un po’ circondata da persone da tutto il mondo. Sono cittadina del mondo e non me ne dispiaccio, sono sola e non me ne dispiaccio, anche se alle volte convivere con me stessa non è la cosa più facile, ma ci provo, come anche provo a capirmi e soprattutto ad accettarmi. Amo il confronto, amo circondarmi di gente, ma le amicizie per i viaggiatori sono rare e difficile, le amicizie per me sono rare e difficili.

Oggi sono qui, domani non lo so, davvero credi di potermi sopportare?

Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

5 commenti

  • maria

    Ciao Liz, questo post fa riflettere molto, ma purtroppo gli amici si contano su due dita anche quando non si viaggia spesso. Io non ho la fortuna/sfortuna di viaggiare molto e nonostante ciò anche io non riesco a incontrare i pochi amici che mi restano. Sarà che i viaggiatori come noi (anche se con l’aereo viaggio una volta all’anno, con la testa sono sempre in viaggio quindi mi sento di inserirmi in tale categoria!) sono difficili da comprendere, sarà come dici tu che l’artista ha bisogno della solitudine o sarà una semplice coincidenza, ma sono nella stessa situazione e ti capisco!

    • Liz Au

      Ciao Maria,
      credo che il tuo ragionamento non faccia una piega, di fatto è vero, anche nella vita reale si ha difficoltà a mantenere quelle amicizie che reputiamo valide, ma credo che se queste persone non riescono a “sostenere” il peso di un’amicizia che comporti una serie di difficoltà, non so se ne valga la pena.. no?

  • ablondearoundtheworldwp

    Questo post lascia con non poche riflessioni. Un po’ sono assolutamente d’accordo con te, un po’ sono d’accordo con Maria che dice che le amicizie, quelle vere, si contano spesso sulle dita di una mano anche quando non si viaggia, un po’ sono convinta che è meglio avere pochi amici ma buoni, e che comunque chi viaggia ha amici un po’ in tutto il mondo.
    La persona che considero il mio migliore amico è un ragazzo australiano che ho conosciuto in Svezia durante un programma di scambio culturale. Passiamo qualche volta mesi interi senza sentirci né vederci, ma quando succede è come se non ci fossimo mai lasciati.
    L’amicizia per i viaggiatori è un valore un pò diverso credo. E spesso più importante forse perché così raro. Sei d’accordo? 🙂

    • Liz Au

      Ciao Pam, sì mi trovi assolutamente d’accordo, credo che la percezione che abbiano i viaggiatori riguardo l’amicizia sia un pochino diversa dall’idea comune che si ha della stessa, questo non per metterci su un piedistallo, ma per una semplice conseguenza delle cose e del modo in cui abbiamo deciso di vivere la nostra vita. 🙂

  • Marianna

    Ciao Liz!

    Viaggio molto anche io e condivido in pieno ciò che hai scritto. Probabilmente una cerchia ristretta di amicizie, più che una conseguenza, è una condizione necessaria per chi sceglie di vivere come te. Sia per un motivo di una continua presenza-assenza a cui non tutti gli amici sono disposti a vivere, sia per un motivo psicologico, se così si può definire. Per un viaggiatore potrebbe rivelarsi difficile spostarsi continuamente e sentire costantemente la mancanza di qualcuno, sia sotto il profilo amichevole sia sotto quello affettivo-sentimentale. Per non parlare poi dell’invidia o di quei silenzi imbarazzanti..
    Io amo definirmi uno spirito libero, una zingara, una cittadina del mondo come dici tu. Ogni viaggio regala emozioni indescrivibili e se così non fosse nessuno penserebbe a prendere anche un solo volo. Nella vita però ci sono sempre dei compromessi, basta solo accertarsi che il gioco valga la candela (e di questo ne sono certa)!

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