Riflessioni

Com’è difficile…

com'Com’è difficile tenere a bada la mente, com’è difficile lasciare che la vita scorra senza interferenze, com’è difficile non lasciarsi prendere dall’emozione di un biglietto aereo appena comprato o di un sogno tanto atteso che, finalmente, si vede realizzare. 

Imposizioni, modi di vivere, modi di pensare che legano il nostro essere a catene invisibili, com’è difficile riuscire a saperle ignorare ed essere finalmente sé stessi senza la paura di cadere in un rimpianto, senza la paura di guardarsi indietro e dire “ma chi me l’ha fatto fare”. La vita è un viaggio, credo forse il più bello, ma che spesso non si è in grado di godere appieno.

Ci imponiamo delle regole da rispettare, dei paletti entro i quali stare, delle strade da seguire che non prevedono deviazioni, ma, al massimo, solo scorciatoie. La cintura sempre allacciata anche quando usciamo dall’auto, il casco sempre addosso, e ci convinciamo di essere liberi. 

Com’è difficile essere liberi, eppure, diamo per scontato di esserlo, ma se ci fermassimo un attimo a farci un paio di conti in tasca e non sto parlando di un budget giornaliero da spendere, ma di esperienze… quante ne abbiamo perse?

Il viaggio, per me, è una forma di libertà. Mi accorgo, spesso, di avere l’entusiasmo di una bambina quando si tratta di viaggiare, riesco a farmi sorprendere, riesco ancora ad innamorarmi di ciò che mi succede, forse riesco a lasciarmi veramente andare solamente quando viaggio.

Com’è difficile essere sé stessi, a dire realmente ciò che si pensa, ad esprimere ciò che si sente senza temere di essere giudicati. Il giudizio, eccolo, eterno nemico dell’aspetto fisico e di quello mentale, ma chi è la gente per poter giudicare? Chi è la gente per dire cosa sia giusto e sbagliato, senza conoscere, senza vivere.

Com’è difficile dire “chi se ne frega” e fare per una volta ciò che veramente si vuole fare, senza, costantemente, aspettare qualcuno che lo faccia con noi, quel qualcuno spesso neanche si presenta sulla soglia della porta, e noi vogliamo rimanere lì ad aspettare per sempre? Un “carpe diem” ogni tanto non guasta, il prendere decisioni affrettate solo perché è l’istinto a suggerirci di farlo.

Sto dicendo tutto questo per giustificare il  mio ennesimo biglietto aereo? Possibile, anzi probabile. Sto dicendo tutto questo per cercare un modo alternativo per spiegare a me stessa il perché sento sempre la necessità di muovermi? Anche, o forse sto semplicemente cercando di farvi ragionare un attimo, di farvi rendere conto per un secondo di quante volte avete detto “no” a qualcosa che morivate dalla voglia di provare, a una pazza idea che sarebbe stata sicuramente giudicata, alle volte che vi siete guardati indietro pensando “quante cose mi sono perso”, solo ed esclusivamente per non aver accettato l’invito del vostro “io” a farvi un regalo.

Mi laureo domani, un cerchio della mia vita che si chiude, un altro tassello del puzzle che rende il disegno finalmente completo, o per lo meno una parte di esso. Quella vocina mi ha parlato ancora, e ho deciso di cogliere l’invito e… mi sono fatta un regalo, un viaggio, perché niente come un viaggio avrebbe potuto essere più azzeccato. Com’è difficile riuscire a spiegare cosa si prova, ma, poi, dopotutto, perché dovrei fermarmi a spiegarlo? Perché dovrei trovare delle giustificazioni a ciò che amo fare?

Vorrei solo vi prendeste un attimo, dopo questi minuti che avete trascorso con gli occhi sulle mie parole, chiudeteli e percorrete piano la vostra vita a ritroso e fatevi solo una semplice domanda: mi sento libero di essere?

Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

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