Strada delle 52 gallerie del Pasubio: un’escursione nella storia
Ho sempre trovato estremamente affascinanti le camminate di montagna, che ripercorrono la storia, seppur tragica, del nostro paese e la Strada delle 52 gallerie del Pasubio è sicuramente una di queste.
Ho sempre letto molto e studiato tanto sulle due guerre mondiali che hanno sconvolto le vite dei nostri nonni, non solo per pura e semplice curiosità, ma perchè credo fermamente che più ci si avvicini a queste realtà, più sia facile comprenderle e, di conseguenza, evitarle in futuro.
Ma fermarsi a guardare un documentario, la sera di un sabato piovoso, non è sicuramente sufficiente, certe volte è importante toccare con mano, ripercorrere i passi di chi quelle guerre le ha combattute e maledette, per avergli strappato la vita.
La Strada delle 52 gallerie del Pasubio è un percorso di forte impatto psicologico, più che fisico. Non è sicuramente una camminata facile e adatta a tutti come il giro delle tre Cime di Lavaredo, quindi non la consiglio per chi si approccia al trekking per la prima volta.
Strada delle 52 gallerie: come arrivare
Avevo già percorso la Strada dell 52 gallerie, ma ero molto giovane e non ricordavo nulla dell’itinerario. I miei genitori mi hanno portato in montagna fin da piccola ed è un piacere che ancora coltivo.
Il punto di partenza di questa suggestiva escursione è il parcheggio Bocchetta di Campiglia, dove si lascia l’auto pagando un ticket di 6 euro. A questo proposito è doverosa una putualizzazione.
Il percorso è molto conosciuto, tanto che durante i weekend e i giorni di festa è sempre molto frequentato. Il mio consiglio è di non cedere alla voglia di spegnere la sveglia, ma cercare di arrivare lì il prima possibile, per non rischiare di non trovare parcheggio, nonostante i numerosi posti.
Da qui, allacciatevi gli scarponi, preparate lo zaino e cominciate la salita.
Strada delle 52 gallerie del Pasubio: cosa mettere nello zaino
Prima di partire, assicuratevi di aver messo nello zaino tutto ciò che vi potrà servire per affrontare al meglio il percorso. Non è una semplice camminata nella storia da fare in scarpe da ginnastica, quindi per prima cosa munitevi di un ottimo paio di scarponi da montagna.
Nello ziano, invece, vi consiglio di mettere:
- k-way
- maglia traspirante di ricambio
- maglione/pile
- cerotti
- cappello
- pila (alcune gallerie sono lunghe alcune centinaia di metri e, per ovvie ragioni, non c’è alcuna illuminazione. La pila è necessaria)
- macchina fotografica (sarà impossibile non scattare almeno una foto)
- fazzoletti
- acqua
- cioccolata (per non rimanere mai senza energie)
Strada delle 52 gallerie del Pasubio: il percorso
La Strada delle 52 gallerie è una mulattiera militare, un percorso costruito per fornire l’approvigionamento delle truppe che si trovavano qui, senza esporsi troppo al nemico.
Sicuramente un’opera di ingegneria militare notevole, soprattutto se pensate che è stata costruita in soli 10 mesi. nel 1917.
Si sale subito in quota. La prima parte della passeggiata è immersa nel verde, una volta raggiunta la prima galleria, il paesaggio cambia, diventando molto più roccioso e angusto. Se soffrite di vertigini, siate coscienti che l’intero percorso si affaccia su strapiombi altamente suggestivi, ma altrettanto pericolosi.
Non voglio fare del terorrismo gratuito, ma come ho detto all’inizio, non è una camminata per tutti, il grado di difficoltà è medio ed il dislivello è di circa 800 metri.
Camminare circondati da colossi rocciosi come le Prealpi Venete è un’emozione che farei fatica a descrivervi a parole. Se siete fortunati e trovrete una giornata di sole, anche se questa zona è molto piovosa, godrete di una vista meravigliosa ad ogni uscita dalle gallerie.
Lungo tutto il percorso sono presenti dei pannelli informativi, dove viene spiegata la storia della Strada delle 52 gallerie e degli uomini che l’hanno costruita. Vi consiglio di fermarvi a leggerne almeno qualcuno, anche se capisco che la smania di arrivare in cima e raggiungere la vetta del Pasubio sia davvero forte.
La stanchezza comincia a farsi sentire a circa metà percorso, ma dovete stringere i denti e mangiare un cubetto di cioccolata, per tirarvi su il livello di zuccheri e il morale.
Alcune gallerie sono davvero impegnative e girano tutto attorno alla montagna, salendo inesorabilmente e inghiottendoti nel loro buio. Tutto è davvero affascinante, ma viene spontaneo pensare e domandarsi come abbiano fatto i muli a portare sui l’artiglieria pesante, i rifornimenti e tutto ciò che più era importante e necessario per sopravvivere al nemico, per il maggior tempo possibile.
I numeri che contrassegnano le gallerie crescono, fino a farci avvicinare all’ultima, la tanto attesa galleria 52. Poco prima di sbucare davanti al Rifugio Achille Papa, il numero degli scorci e dei dirupi da cui scattare una foto ricordo diventa troppo grande per essere contato con le dita di due mani.
L’arrivo è un sollievo. Dopo due ore e mezzo di cammino, l’unica cosa che volevo era sdraiarmi sul prato, togliermi gli scarponi e gustarmi un meritato panino con lo speck.
Il ritorno
Per scendere avete due strade: rifare il percorso delle 52 gallerie oppure continuare sulla più rilassante strada Scarubbi, una strada carrabile, ricca di scorciatoie in mezzo al verde e al bosco.
Se avete le ginocchia buone, lasciatevi tentare dalle scorciatoie, più faticose della discesa standard, ma molto più soddisfacenti e divertenti. Se siete stanchi o non ve la sentite, l’itinerario normale è altrettanto carino… quasi come fare una passeggiatina in piano.
A chi consiglio la Strada delle 52 gallerie del Pasubio
Se è un’escursione facile? Diciamo pure che non è alla portata di tutti. Ho visto una bambina di 10 anni sgambettare insieme al padre lungo tutto il percorso, lamentandosi ben poche volte, ma questo non significa che ogni bambino possa affrontare un’impresa di quasi 3 ore di cammino.
Se siete abituati a portare i vostri figli in montagna e non correte il rischio che a metà itinerario si inchiodino da qualche parte per la stanchezza, allora, potete partire a cuor leggero e con una mano sempre nella loro, vista l’eposizione di alcuni punti.
Se vi state approcciando al trekking, diciamo che questo è un ottimo modo per svezzarsi e per conoscere la sensazione di conquista, che solo una montagna ti sa dare, circondandoti delle sue bellezze e i suoi cieli azzurri e infiniti.
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Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.
2 commenti
Fiorenzo
Sono stqto il 10 sett. 2006 con mia moglie. Stupeno. Abbiamo dormito al rifugio “PAPA” il giorno dopo siamo saliti alle trincee. Devo dire che mi sono emozionato. Mi veniva la pelle d’oca, al pensiero di tutti i soldati morti per difendere un pezzo di terra. Comunque ho un bellissimo ricordo del posto. Certe volte sono tentato di ritornarci, poi mi dico: ho 73 anni e le gambette cominciano a cigolare. Allora ogni tanto mi accontento di guardare le foto che ho scattato. Chissa’………………………
Nadia
Sogno da parecchio tempo d’incamminarmi su questo trekking dal forte sapore storico. Conto di farlo nel 2021 a giugno.