
Spagna del nord: itinerario in auto tra Asturie e Paesi Baschi
Avete presente i prati verdi d’irlanda e le scogliere a picco sul mare del Portogallo? Ecco, questa è la Spagna del Nord o per lo meno ciò che vedrete nel primo tratto del nostro itinerario on the road.
Non avremmo mai pensato di visitare le regioni della Spagna del nord così presto. Io, personalmente, non ho mai provato troppo interesse per quella parte d’Europa, ma quando Riccardo mi ha proposto l’idea di tracciare un itinerario da fare in auto, che attraversasse le Asturie, la Cantabria e i Paesi Baschi... beh, devo dire che un po’ di curiosità mi è venuta.
Dobbiamo ammetterlo, la scelta del punto di partenza rispetto a quello di arrivo è stata determinata dal costo dei voli, non troppo economici se si parte da Venezia.
In questo momento, da Venezia ci sono due alternative per raggiungere il nord della Spagna: un volo diretto Volotea o un volo con scalo operato Iberia. Visti i diversi ritardi di cui si macchia Volotea in questi ultimi mesi, abbiamo optato per il volo di compagnia, facendo così scalo a Barcellona all’ora di pranzo e arrivando ad Oviedo il pomeriggio.

Il nostro itinerario nella Spagna del nord
Abbiamo prenotato l’auto con Discover Car qualche settimana prima di partire: per 8 giorni abbiamo pagato circa 400 euro, scegliendo una copertura totale come assicurazione e autorizzando un secondo guidatore.
Era la prima volta che usavano questo sito per noleggiare l’auto, e ammetto che nonostante le buone recensioni online ero un po’ titubante, soprattutto visto il grosso risparmio che abbiamo avuto rispetto ad altri siti online, ma alla fine è andato tutto stupendamente bene e senza soprese!
Vi lascio qui sotto la mascherina con cui puoi simulare una prenotazione, così potete farvi un’idea dei prezzi che potete trovare qui (si arriva anche a risparmiare il 70% rispetto ad altri siti)
Ah, ricordatevi sempre di portare con voi la carta di credito o di debito che avete utilizzato per l’acquisto, perchè vi verrà bloccata una somma di denaro fino alla restituzione dell’auto, come cauzione nel caso riconsegnaste l’auto senza aver fatto il pieno (come da contratto).
Il nostro itinerario in Spagna del nord è pensato per 8 giorni complessivi ed ecco le tappe, definite e non, che l’hanno reso incredibile:
- Giorno 1: arrivo ad Oviedo, giro per la città
- Giorno 2: Santa Maria del Naranjo, San Miguel del Lillo, Cabo de Peñas, Soto del Cangas
- Giorno 3: Covadonga, laghi di Covadonga, Cangas de Onis
- Giorno 4: Mirador del Fitu, Ribadesella, Santander
- Giorno 5: Santader, Laredo, Santoña, Bilbao
- Giorno 6: Bilbao
- Giorno 7: San Sebastian
- Giorno 8: Bilbao e ritorno
Asturie
“Cabin crew prepare for landing”, quando sentiamo questa frase, detta dal capitano al suo equipaggio, sappiamo che il nostro volo comincerà le manovre di atterraggio. Ed è in un momento che il nostro sguardo si gira verso il finestrino e scopre una terra nuova.
Le Asturie sono una Spagna che non avevo mai visto prima, completamente diversa da quella che avevo scoperto durante l’on the road al sud della Spagna. Sono una regione coperta di prati verde smeraldo, di paesi incastonati nella roccia, di fiumi che attraversano le valli e raggiungono l’ocenao.
Non vedevamo l’ora di scendere per lasciare che quei paesaggi verdeggianti riempissero i nostri occhi di bellezza e stupore.
Dall’aeroporto a Oviedo, in auto, ci vogliono circa 30 minuti, ma la strada è scorrevole, almeno fino al centro dove tutto comincia ad essere più vivace.
Oviedo
La prima cosa che dovete sapere, se arrivate ad Oviedo in auto, è che non potete fare i furbi: il biglietto del parcheggio si deve fare assolutamente e con molta attenzione. Il massimo che potete pagare è 1,70 euro, poi se volete prorogare dovete fare un secondo biglietto.
Il sistema di acquisto del biglietto per il parcheggio prevede che inseriate il numero di targa, in questo modo i vigili sono informati in tempo reale delle auto presenti in ogni parcheggio e il tempo che gli rimane. Capite bene, che non si scappa alla multa.
La mattina dopo il nostro arrivo, abbiamo fatto colazione presso il nostro hotel, il Nap Hotel Oviedo, un quattro stelle appena fuori del centro, ci siamo precipitati fuori per rinnovare il biglietto del parcheggio e il vigile era proprio lì, ad attendere lo scadere del ticket, perchè se non avessimo rinnovatoil biglietto entro il prossimo minuto, ci avrebbe multato.

A parte questa piccola precisazione, Oviedo è una città molto carina, con un centro storico suggestivo, che si sviluppa in un labirinto di viette in salita e discesa, che nascondono piccole piazze e curiose statue.
La cattedrale non passa in osservata, non solo per la mole, ma per lo stile gotico, molto simile a quello francese, che ho visto a Bordeaux.
Oviedo ha un cuore verde, un parco dove passeggiare e dove incontrarsi con le statue di Woody Allen e Mafalda.
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Booking.comDintorni di Oviedo
La fortuna di avere l’auto è che puoi raggiungere praticamente qualsasi posto e cambiare rotta in qualsiasi momento. Il secondo giorno, Oviedo ci ha svegliato con una nuvola di pioggia sottile, tanto da spingerci ad accelerare la nostra tabella di marcia e dirigerci subito verso Santa Maria del Naranjo.

Riccardo dice sempre che amo le “cose vecchie”, un’assoluta verità devo dire, perchè Santa Maria del Naranjo, come la vicina San Miguel del Lillo, sono due edifici costruiti nella prima metà dell’800 ( e non 1800 eh).
Vederli avvolti dalla nebbia è stato particolare, eravamo a soli 10 minuti da Oviedo, ma già la città non si vedeva più.
Il biglietto per la visita guidata ad entrambe le chiese costa 3 euro e la visita è in spagnolo, anche se non sapete la lingua io ve la consiglio comunque, per lo meno per entrare all’interno degli edifici.
Cabo de Peñas
Si avvicinava l’ora di pranzo e, guida Touring Club alla mano, abbiamo deciso di fare una sosta a Cabo de Peñas, il punto più a nord delle Asturie. Questo è un luogo da Signore degli Anelli, con la scogliera a picco sul mare, gli ampi prati verdi e color arcobaleno. La vista sull’oceano, da qui, è qualcosa che ti riempie il cuore e ti fa capire quanto sia bello viaggiare, solo per vedere cosa la natura è in grado di creare.

Da Santa Maria del Naranjo, siamo arrivati a Cabo de Peñas in 45 minuti e ci siamo fermati a mangiare all’unico ristorante che c’era: Cuatro Vientos. Cucina casalinga, che propone un menù del giorno a 15 euro che comprende: primo, secondo, dolce, bottiglia di acqua, pane, bottiglia di vino e caffè. Tutto è fatto in casa e tutto è davvero buonissimo.
Dopo aver camminato per almeno un’ora alla scoperta di quest’area così particolare e protetta, ci siamo rimessi in marcia per raggiungere Soto del Cangas, dove avremmo dormito in un ex mulino.
Booking.comSoto de Cangas e Covadonga
Soto de Cangas è un paesino di montagna, comodo per chi come noi aveva in programma di fare una giornata di trekking ai laghi di Covadonga e all’omonimo santuario.

La mattina dopo essere arrivati a Soto del Cangas, il nostro itinerario della Spagna del nord prosegue in autobus, perchè ai laghi di Covadonga non si può arrivare in auto.
Il biglietto costa 9 euro andata a ritorno, fa tappa al santuario, sia all’andata che al ritorno, ma i locali ci hanno consigliato di fare prima il giro dei laghi e solo dopo feramarsi a Covadonga.
Il percorso in autobus tra le montagne spagnole fino ai laghi mette a dura prova chi soffre di vertigini, ma basta non guaradare giù e lasciarsi distrarre dalle numerose vacche dalle lunghe corn,a che sostano ai bordi della strada, e dalle verdi vallate.

Non esiste un unico giro dei laghi, dipende quanto siete rodati. Ci sono percorsi da un’ora, tre ore o sei ore, a voi la scelta. Noi abbiamo optato per quello da 3 ore, più che altro per questioni di tempo.
Un consiglio: mangiate nei rifugi lungo i percorsi e assaggiate la tipica Fabada, zuppa di fagioloni bianchi e carne. Perfetta per il clima fresco d’alta quota.
Cangas de Onis, il Mirador del Fitu e Ribadesella
L’escursione ai laghi e la visita al santuario ci ha portato via un’intera giornata, che non ci ha però scoraggiato dal visitare la vicina Cangas de Onis, famosa per il grande e maestoso ponte romano perfettamente conservato, e fermarci per cena.
La cittadina si gira a piedi in poco tempo, il turismo è praticamente solo di spagnoli e l’atmosfera è tranquilla, una sorta di Brunico (se ci siete mai stati), ma molto più in piccolo.
La mattina dopo abbiamo salutato José dell’Hotel Rural El Molino, i cui consigli sono stati preziosi per la nostra permamenza, e siamo partiti verso Ribadesella.
Lungo la strada abbiamo fatto una deviazione, per vedere un luogo che non dimenticheremo mai.

Il Miradord del Fitu, un punto panoramico a metà tra il mare e la montagna, un luogo in cui puoi vedere davanti a te l’oceano e i monti alle tue spalle. Un’emozione incredibile, una fotografia indelebile nella mia mente ormai, non solo per la sua bellezza, ma principalmente per la sua immensità.
Ribadesella è stata la nostra ultima tappa nelle Asturie, dove ci siamo viziati con i loro piatti tipici di pesce e una passeggiata in spiaggia e al porto.

Cantabria
Inizialmente pensavamo di vedere solo Santander in Cantabria, ma paradossalmente è stata forse la città che abbiamo visto di meno.
Prima di raggiungere Santander, da Ribadesella, abbiamo fatto tappa alla Cueva el Soplao, una grotta che racchiude al suo interno delle meravigliose costruzioni naturali, fatte di stalattiti e stalagmiti, ma che si distingue per una particolare forma di cristallizzazione, che dà vita a delle vere e proprie opere d’arte. La visita dura un’ora, la guida (anche se in spagnolo) è stata divertente e interessante, e i giochi di luce che mettevano in evidenza queste incredibili forme, l’hanno resa davvero un’esperienza indimenticabile.
Booking.comSantander, Laredo e Santoña
Siamo arrivati a Santader alle 8 di sera. Avevamo prenotato una stanza all’Hotel Chiqui, vicino alla Playa del Sardinero, e poi avevamo appuntamento con un amico che vive lì ormai da 11 anni. Santander è stata, quindi, una tappa importante per questo incontro, non tanto per la sua scoperta, dal momento che non le abbiamo potuto dedicare più di mezza giornata.
Se potete, fermatevi un po’ di più, noi siamo stati tentati dalle più buone acciughe del mondo e da un giro a cavallo sulle spiagge del mar Cantabrico e così, dopo aver fatto il pieno di pintxos la sera, fatto due passi sulla spiaggia la mattina e aver assaggiato il tipico Croissant a la plancha (non dite brioches perché non conoscono il termine) siamo partiti alla volta di Laredo.

Qui abbiamo tentato la fortuna, cercando di fare un bagno nell’ocenao… ahimè senza successo, l’acqua era davvero congelata.
Lì vicino c’è un camping, che organizza giri a cavallo sulla spiaggia per 12 euro l’ora (una dritta dataci dall’amico di Santander) e a 20 minuti di distanza si trova la città di Santoña, famosa per lavorare le acciughe più buone del mondo (fateci un salto solo per questo!).
Paesi Baschi
Paese nuovo, dove anche la lingua cambia molto. Qui si parla il basco, riportato su ogni cartello stradale e sulle targhette nominative dei receptionist dell’Hotel Barceló Bilbao Nervión.
Bilbao, Getxo e San Sebastian
Fatto il pieno di acciughe, ci siamo messi in marcia per raggiungere l‘ultima tappa del nostro itinerario nella Spagna del nord: Bilbao.
A Bilbao abbiamo dormito 3 notti, dedicando uno dei giorni a San Sebastián (che a me personalmente non ha particolarmente colpito, ma che merita una visita solo per il quartiere vecchio e la spiaggia della Concha).

A Bilbao abbiamo mangiato la più grande varietà di pintxos della nostra vita, vista la gran botta di culo che abbiamo avuto già dalla prima sera, trovandone di deliziosi a solo 1 euro.
Bilbao è da vedere, indubbiamente, dedicandole almeno un paio di giorni, ma non più di tre. Questa è una città che sa stupire per come il moderno riesca a sposarsi benissimo con gli edifici del passato, quasi a creare un’amonia di forme tutta nuova.

Se poi, dopo una visita obbligata alla Guggenheim avrete voglia di vedere un altro tipo di arte, dirigetevi a Getxo, come abbiamo fatto noi, per vedere le ville più belle dei dintorni di Bilbao.
Conclusioni
Siamo tornati a casa più stanchi di prima, perchè dopo 800 km in auto e 100 a piedi eravamo davvero finiti, ma ne è valsa la pena. Abbiamo sfruttato appieno gli 8 giorni a disposizone, scoprendo un mondo poco battuto dal turismo e che ha veramente moltissimo da dare.
Se ci torneremo? Claro que sì!
Booking.comCiao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

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2 commenti
domenico
ciao Liz , ho apprezzato molto il diario per le tue scelte e per come lo hai raccontato. certamente lo seguirò, almeno in parte, nel mio prossimo viaggio nelle asturie. Devo dire che senza l’indicazione della data in cui hai fatto il viaggio, buona parte perde di valore soprattutto quando dai consigli su alcune scelta tipo la compagnia aerea. comunque grazie.
Domenico
Elisa Pasqualetto
Ciao Domenico, grazie per il tuo commento. Hai ragione la data del viaggio non è visibile nel post, ma ecco che posso rispondere qui alla tua domanda: il viaggio lo abbiamo fatto nelle prime settimane di settembre, ormai nel 2018, per cui potrebbe essere che lo schedulato dei voli da Venezia sia cambiato. Credo però che, al di là dei voli scelti e del periodo, l’itinerario in sé rimanga comunque valido, non trovi?