Quello che i viaggiatori non dicono…
La penna è il mezzo diretto tramite il quale i pensieri si trasferiscono sulla carta, la tastiera ne attutisce il sentimento, perchè permette le cancellazioni, mentre la riga d’inchiostro rimane lì, la sbavatura all’angolo del foglio testimonia la rapidità dell’idea, che poi cambia, lasciando una macchia di nero. Mi piace poter scrivere di getto, senza pensare troppo, mi piace l’idea che questo post nasca un po’ senza premeditazione e che decida da solo il corso che le parole debbano seguire.
Quello che i viaggiatori non dicono si cela in un piccolo scomparto della mente, una sorta di scatola sigillata, con sopra un’etichetta, con una scritta rossa in stampatello, che dice: non toccare. Se la vita del viaggiatore è invidiata da tanti, sognata e ammirata, come ho detto in una precedente occasione, essere una viaggiatrice può diventare una dannazione, il rimanere troppo fermi in un posto crea un senso di disagio difficile da ignorare.
Quello che i viaggiatori non dicono è rinchiuso in un libro che parla di sfighe, di metropolitane prese nel verso opposto, di aerei persi per distrazione, di momenti di panico per essersi persi in strade mai viste, con indicazioni in una lingua che non capiamo.
Quello che i viaggiatori non dicono riguarda le ore passate nel bagno dell’ostello, imprecando contro la propria golosità e giurando a sé stessi di non ricaderci mai più, ma chi non mangia viaggia solo a metà, questo si sa.
Quello che i viaggiatori non dicono si ritrova in un vocabolario di sole parolacce, che alla fine ha tre o quattro pagine bianche per prendere appunti e lascia libera la creatività personale. È la pioggia quando l’ombrello non c’è e manca ancora un’ora per arrivare a destinazione, i santi e le madonne quando viene cancellato il proprio volo o si è vittima di un overbooking.
Quello che i viaggiatori non dicono si racchiude in una lacrima di sconforto, quando la cima della montagna sembra troppo lontana per poterci arrivare con le sole proprie gambe, ma la voglia di salire fino in alto è più forte e trasforma la singola lacrima in un pianto di felicità e di conquista.
Quello che i viaggiatori non dicono si perde nei miliardi di ricordi rappresentati da una collezione di carte d’imbarco, da sorrisi e strette di mano, dal cuore che salta fino in gola quando si ha la spia della riserva accesa da un’ora e la pompa di benzina è dopo l’ultima curva.
Quello che i viaggiatori non dicono è liberato da una risata in un momento di totale silenzio, che lascia spazio all’imbarazzo di un’emozione vissuta appieno e spesso non capita da chi li circonda, è lo sguardo rivolto verso il cielo pieno di stelle, mentre si è avvolti in un sacco a pelo umido, è il letto dell’ostello senza cuscino, è l’album di foto che non si mostrano.
Quello che i viaggiatori non dicono è paura. Paura di non farcela, paura di non poter vivere serenamente una volta messe le radici da qualche parte, paura del primo viaggio da soli, paura della solitudine in viaggio, paura di cambiare e conoscersi, ma allo stesso tempo la voglia di fare ognuna di queste cose.
Quello che i viaggiatori non dicono c’è ma non si vede, si percepisce, basta ascoltare.
Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.
18 commenti
Lifeszu
Wow finalmente un blog che posso seguire… Le parole catturano e la scrittura di getto è ciò che mi permette di svuotare la mia mente… Complimenti per l’articolo. la verità è chi viaggia non può raccontare tutto tralasciando alcune volte emozioni troppo forte da trasmettere…
Ho iniziato anche io un piccolo Blog sui viaggi e storie personali che vivo durante i viaggi… Spero ti piaccia..
Liz Au
Mi usinghi, grazie mille! non mancherò di passare sul tuo blog! I promise
dueingiro.blogspot.it
Bell’articolo, davvero. Da parte nostra sono tante le cose che non diciamo, forse perchè ci piace tenerle per noi o anche,forse, perchè a volte non siamo così bravi a metterle nere su bianco. Quello che possiamo dire è che specialmente nell’ultimo viaggio, in Etiopia, non abbiamo avuto paura di dire che è stato difficile, molto difficile ed abbiamo raccontato le sfighe, le paure ed i problemi che abbiamo avuto. Quando un viaggio diventa pesante su tanti fronti non hai molte alternative, devi raccontarle ‘ste sfighe perchè a volte fanno davvero la differenza e comunque ti fanno crescere e ti fanno vivere un viaggio in maniera completamente diversa, non brutta, ma diversa da quello che ti aspettavi.
Liz Au
Verissimo, non posso che quotare ogni tua singola parola!
Danila
Bellissimo post Liz, mi ritrovo in ogni parola ma adoro l’ultimo paragrafo!
un bacione, Danila.
Liz Au
Grazie carissima, son contenta che ci si riesca ad identificare.. 🙂
gaiaarmellinGaia
E poi arriva l’ultimo paragrafo, e mi ritrovo col cuore in gola e le lacrime agli occhi perché la vivo ogni giorno e capisco che non sono l’unica. Grazie Liz!!!
Liz Au
Oddio Gaia… grazie infinite per le tue parole!
Natascia (ginevraingiro)
Vorrei scrivere qualcosa di diverso, ma l’unica cosa che viene in mente è solo: “bellissime parole” …
Liz Au
grazie mille!
Norma Ricaldone
Sì, è vero, ci sono tante cose che non si dicono di un viaggio, io non ho provato tutto quello che racconti tu forse perché vista l’età mi piace viaggiare più comoda ma mi ritrovo quando dici che rimanere troppo fermi crea disagio, adesso come adesso sento un certo prurito addosso che mi fa capire che sarebbe ora di cambiare aria ma devo aspettare almeno fino a Pasqua quando avrò le ferie per andare via ed andrò sicuramente a Chicago da mio figlio, ecco un’altra cosa che mi sta stretta, adoro lui, adoro Chicago ma sempre lì …..
Io non avrei paura di cambiare, peccato che non posso!
Ciao
Norma
Liz Au
Tempo al tempo Norma, magari adesso non è il momento giusto, magari il cambiamento che cerchi è di altra entità, magari un giorno raggiungerai tu figlio a Chicago, chi lo sa! tutto può succedere e io credo che tutto succeda per un motivo… un grandissimo in bocca al lupo! 🙂
ablondearoundtheworldwp
Sono d’accordo con te Liz, queste sono tutte le cose che i viaggiatori non dicono, che li sconforta ogni tanto, che li scoraggia. Ma alla fine il richiamo è troppo forte, e si resta viaggiatori, perché tornare a casa è bello, e perché stare al mondo anche 🙂
Liz Au
Secondo me i viaggiatori sono anche questo, hanno anche questo lato un po’ nascosto, che custodiscono gelosamente, ma che esiste. Verissimo quello che dici riguardo al fatto che si rimane comunque viaggiatori, ma che anche tornare a casa è bello… 🙂
iviaggidimonique
Verissimo questo post! Sono tante le cose che non diciamo, ma io in realtà sono soggetta a “peripezie”/sfighe abbastanza sovente in alcuni viaggi 😉 Il fatto è che a volte è meglio condire un racconto con tutto ciò che di bello abbiamo visto, e personalmente vengo presa dallo sconforto anche per cose banali in viaggio, ma una volta a casa ciò che rimane sono i ricordi belli e brutti che mi spingono a voler viaggiare sempre di più.
Liz Au
Assolutamente vero, perchè quando la voglia di viaggiare ce l’hai dentro, sei come nato con quella addosso, non c’è modo di ignorarla!
Viaggiovagando
Quello che i viaggiatori non dicono sono soprattutto la quantità di parolacce in situazioni di troppo caldo, troppo freddo, valigia pesante, troppa gente, troppa attesa… il fastidio che provo quando non riesco a scattare una foto perché c’è qualche turista con la velocità di un bradipo sempre in mezzo alle scatole o peggio… quando chiedi di scattare una foto a persone che girano con la reflex appesa al collo e poi fanno delle foto orrende, senza lo sfondo che hai chiesto, oppure totalmente sfocate. Ecco. Nel mio caso quello che non dico (sul blog) sono la quantità di parolacce che accompagnano i miei momenti di stress. 😛 ecco l’ho detto. Magari il tuo post mi ispirerà per scriverne uno sulle mie piccole disavventure…. devo solo ricordarle tutte 😀
Liz Au
Sì, sono d’assolutamente d’accordo! E sai, sarei proprio curiosa di leggerlo un tuo articolo sulle disavventure 🙂