Escursione dal Lago di Braies al Rifugio Biella
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Diario di un’escursione dal Lago di Braies al Rifugio Biella

L’escursione dal Lago di Braies al Rifugio Biella non è per tutti. Il sentiero è lungo e faticoso, con dei punti in cui bisogna prestare molta attenzione, viste le recenti frane che hanno interessato questo territorio, ma è sicuramente una passeggiata che dà soddisfazione.

Erano anni che non facevo un salto al bellissimo Lago di Braies, divenuto estremamente famoso per la serie tv Un passo dal cielo con Terrence Hill, e tornarci dopo moltissimo tempo, mi ha fatto veniere in mente tantissimi ricordi, come quella volta che ho fatto il bagno in mutande, con una schiera di amici, tra le sue acque verde smeraldo.

Ho riscoperto il piacere delle camminate in montagna quest’anno, a partire dalla passeggiata attorno alle Tre Cime di Lavaredo e quella attraverso le 52 gallerie del Pasubio… e questa è stata una delle escursioni più impegnative, ma anche dai paesaggi più belli.

Escursione dal Lago di Braies al Rifugio Biella: il sentiero

Siamo arrivati al parcheggio del Lago di Braies intorno alle 9.30 e dopo i soliti preparativi pre-partenza, ci siamo incamminati verso l’inizio del percorso che ci avrebbe portato al Rifugio Biella. (Tornando alle 18 abbiamo pagato circa 12 euro)

Per raggiungere l’inizio del sentiero bisogna arrivare dalla parte opposta della “casetta di Terrence Hill”, percorrendo la passeggiata che costeggia il lago. Già qui, bisognerebbe fermarsi ad ogni angolo per scattare una foto al trionfo di colori, che la natura è in grado di regalarci.

Lago di Braies

Una volta arrivati a metà, troverete il cartello che vi indicherà la strada per il Rifugio Biella e basta alzare lo sguardo per capire che sarà una lunga avventura.

La prima parte del sentiero è sparita, sommersa dalla frana della montagna di fronte, ma la direzione da prendere appare, comunque, visibile. Massi e sassi bianchi ci accompagnano per circa un’ora di cammino, fino a che il sentiero mostra l’attraversamento a ridosso della montagna, che permette di raggiungere la parte di sentiero nel bosco.

Qui bisogna fare estremamente attenzione, tenersi alla corda che è stata posta sulla parete della montagna franata. Un passo alla volta, un piede davanti all’altro e in pochi minuti si raggiunge l’altra parte, dove inizia un paesaggio nuovo.

La vista da qui è incredibile. Non c’è altro da dire.

Vista-sul-lago-di-braies

Il pezzo più faticoso è passato, ma il fiato si è fatto corto e le gambe cominciano a sentire la fatica. Per fortuna, il terreno morbido del bosco, attutisce i colpi dello scarpone che, malgrado tutto, continua a salire.

Finito il bosco, il terreno si fa più rado e ricominciano i sassi, oltre che la salita. Ad un certo punto, una forcella, con tanto di corda. Salire è divertente, più che camminare, perchè ti fa toccare con mano la montagna e ti fa sentire parte di essa.

Ciò non toglie, che ci voglia la massima attenzione e che arrampicarsi non è qualcosa che ci capita di fare tutti i giorni.

Bere un goccio d’acqua, a questo punto, è un obbligo, perchè il rifugio ancora non si vede e davanti a noi si apre una salita rocciosa bianca, con qualche arbusto e della neve qua e là. Sogniamo una birra e un posto caldo, comincia a fare freddo a quest’altidutine, nonstante sia inizio settembre.

Ultimi sforzi e vediamo la vetta e la Croda del Bekko che ci guarda alla nostra destra. C’è chi prosegue fino a raggiungere la sua cima, noi eravamo sfiniti e avevamo bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. Ormai erano le 13.00.

rifugio biella

Una piccola altura, alla fine della salita, ci fa vedere il nostro obiettivo. Il Rifugio Biella era sotto di noi, a 5 minuti di stada, e già si sentiva il profumo del goulash provenire dalla sua cucina.

Cosa mangiare a Rifugio Biella e il ritorno

Gli zaini si lasciano fuori, poco male. (Ricordatevi di prendere tutto ciò che avete di valore, prima di entrare in sala da pranzo).

Un fumoso piatto di formaggio fuso e di goulash con polenta e patate al burro hanno riempito i nostri stomaci voraci, insieme a due birre fresche meritatissime, e un buon caffè e una grappa , per riprendere le forze e cominciare a scendere.

I nostri vestiti erano fradici di sudore e toglierceli c’è stato fatale.

Accaldati e pronti a ripartire, abbiamo sottovalutato le temperature e il vento freddo, tanto da svegliarci con qualche linea di febbre il giorno dopo. C’eravamo dimenticati il cambio. Cercate sempre di avere almeno una maglietta di ricambio nel vostro zaino, per evitare di prendervi un raffreddore.

La strada per tornare è la stessa, ma in discesa è più facile da percorrere, ma l’ultimo punto rimane quello più ostico e non vi nego che sono caduta un paio di volte. Il posteriore ha ringraziato.

Ho amato questa passeggiata per i suoi paesaggi, per il silenzio che accompagnava i nostri passi e la soddisfazione di farcela. L’ho odiata per i lividi che mi sono portata a casa.

Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

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