
Cosa vedere ad Amburgo in 3 giorni
Ho scelto di visitare Amburgo quasi per caso. Un volo economico, una piccola ricerca su “cosa vedere ad Amburgo in 3 giorni” su Google e avevo già in mano la carta di credito per l’acquisto.
Devo dirvi la verità, mi aspettavo fosse una città interessante, ma non così interessante come si è rivelata.
Principalmente mi incuriosiva perché, come Venezia, è stata un fortissima potenza commerciale, su rotte differenti, certo, faceva infatti parte della Lega Anseatica, un po’ come Venezia con le Repubbliche Marinare.
La sfortuna di Amburgo è che, durante la seconda guerra mondiale, è stata rasa al suolo per circa il 60%, dunque, la maggior parte delle sue strutture è moderna, purtroppo è rimasto ben poco della vecchia Amburgo.
Il giorno della partenza ero particolarmente eccitata, nonostante fossi andata 3 giorni a Cracovia, solo qualche mese prima. Ero impaziente di salire a bordo, impaziente di toccare con i piedi una terra nuova, che non avevo nemmeno mai pensato di vedere.
Di solito mi siedo sempre lato corridoio, il finestrino mi sta stretto, ma questa volta non avevo scelta e, per fortuna è stato così. Sorvolando la Germania, avevo sotto di me un tappeto di nuvole bianche, tante che sembrava di vagare su un pianeta sconosciuto, dove il cielo è limpido e il terreno è fatto di nuvole. Una vista incredibile, un inizio perfetto… fino al tassista turco, che l’inglese neanche sapeva cosa fosse.
Ma tralasciando i dettagli, ecco cos’ho visto ad Amburgo durante i 3 giorni che avevo a disposizione.
Cosa vedere ad Amburgo in 3 giorni
Prima di tutto vi consiglio di considerare l’idea di noleggiare una bicicletta, Amburgo è ricca di piste ciclabili, che permettono di girarla in poco tempo e praticamente gratis: il noleggio della bici è gratuito per i primi 30 minuti.
Rathaus
In altre parole, il Municipio di Amburgo, un edificio largo circa 111 metri, con una torre che raggiunge di 112m. Al suo interno ci sono ben 647, più del Buckingham Palace di Londra, ovviamente, non sono tutte visitabili.
Si può visitare la Rathaus solo con una guida e i tour sono in inglese oppure in tedesco, l’italiano non è comune, proprio perché sembra che di turisti italiani non ce ne siano. Il costo del biglietto è di 4 euro se non avete l’Hamburg card, è 3 euro se invece l’avete acquistata.
L’interno del Municipio è molto maestoso, con sale ampie e lunghe, coperte di quadri e con porte in legno, intagliate a mano. La sala del Parlamento, la sala del Senato, una sala per i concerti, una per le decisioni, rigorosamente senza finestre.
Il palazzo racconta la storia di Amburgo, delle sue conquiste e dei suoi successi. La Rathaus è un libro di storia datato 1897, che è scampato ad una bomba, fortunatamente, inesplosa.
Il cortile interno del municipio è aperto al pubblico, qui si trova la bellissima fontana dedicata a Igea, dea greca della salute e dell’igiene. La fontana è stata costruita in memoria di una forte epidemia di colera, che colpì la popolazione di Amburgo, nel 1892.
Agli amburghesi non piace l’architettura del municipio, non fateci caso, è stupenda!
La chiesa di San Michele (Hauptkirche Sankt Michaelis)
Io ci sono capitata durante un matrimonio e trovavo inopportuno salire fino in cima alla torre campanaria, ma sappiate che si può fare. La chiesa è particolare, devo dire, all’interno è tutta dipinta di bianco, con dei dettagli in oro, che accentuano la percezione della luce. Sembra luminosissima.
Nonostante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il campanile della chiesa resistette e può mostrarci, oggi, il più grande orologio da campanile, di tutta la Germania.
Il sottomarino U-434 (U-boot Museum)
Forse avrei dovuto metterlo tra le cose particolari da vedere ad Amburgo (articolo che scriverò a breve), ma mi è piaciuto così tanto, che vorrei davvero andaste a visitarlo anche voi.
L’U-boot U-434 è un sottomarino sovietico del 1976, utilizzato dai russi per lo spionaggio, la caccia e la pattuglia. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si è ritrovato ad Amburgo ed è ora è un museo lungo 9 metri.
Preparatevi, perché non esistono tour in nessun’altra lingua al di fuori del tedesco. Se non conoscete il tedesco, prendete il depliant all’ingresso e avventuratevi nel sottomarino, tanto, dovete andare sempre dritti!
Scendendo la scala a chioccola, all’entrata del sottomarino, si arriva alla prima stanza, dove vi fa i suoi ossequi un silurone di tutto rispetto. Passare da una stanza all’altra è la cosa più difficile, vi ci vorranno due tre passaggi, prima di capire qual è il modo migliore per passare quelle porte basse e circolari.
Nel sottomarino non c’è stato possibile visitare la sala comandi, ma la cucina, le cabine, il bagno e la sala motori sono tutte a libero accesso.
La visita dura relativamente poco, se non vi imbambolate davanti ai milioni di leve e contatori, disposti praticamente dappertutto. Il biglietto è un po’ caro, ma ne vale la pena: 9 euro a persona.
Il quartiere di St Pauli
L’errore più comune è quello di pensare che ST. Pauli corrisponda al quartiere a luci rosse. Non è così, per fortuna. Il quartiere di St. Pauli comprende diversi aspetti di un’Amburgo controversa e diversa. Da una parte il porto, con tutte le sue caratteristiche, il buon cibo e la storia, dall’altro, il divertimento notturno e lo squallore del dopo sbronza.
Partiamo da ciò che mi è piaciuto: la zona del porto.
Il porto
La zona del porto è molto caratteristica, piena di turisti, ma anche piena di gente del posto, che non rinuncia ad un tipico panino con l’aringa. Il porto non è lasciato in disparte, come nella maggior parte delle città, ma essendo interno ad Amburgo, è parte integrate di essa.
La passeggiata lungo l’Elba è tappezzata da piccoli ristoranti o baracchini per cibo d’asporto, qui si mangia praticamente solo pesce, in sandwich oppure in piatto, accompagnato da una cascata di patate fritte nel burro o coperte di salse.
La vista delle navi che arrivano in porto fa un certo che, ma si riesce a capire perché Amburgo è una grande città e da dove arriva la sua ricchezza.
Strand Pauli
Questo è un posto davvero particolare, un sorta di spiaggia sopraelevata, costruita s’una terrazza, dove ci si può accomodare su degli sdraio, oppure ordinare un cocktail al banco. A voi la scelta.
Ah, non si può entrare con nessun tipo di liquido, proprio come in aeroporto.
Reeperbahn
Nonostante questa via sia famosissima, per essere la via della perdizione, dove non si contano i locali con spettacoli senza veli, bar e signorine molto ben disposte, devo dire che non è piaciuta per niente.
Probabilmente l’errore è stato mio, nel partire con la convinzione che avrei trovato un quartiere a luci rosse, molto simile a quelli di Amsterdam. Mi sbagliavo di grosso. Se al quartiere a luci rosse di Amsterdam è bello fare una passeggiata notturna, guardando le luci dei sexy shop e i metodi di approccio delle ragazze, da dietro le vetrine, ad Amburgo è da avere paura.
Ho visto un uomo alle 8 della sera, barcollare e non riuscire ad attraversare la strada, dei ragazzi della mia età, distesi agli angoli dei negozi, con una birra in una mano e un recipiente per l’elemosina nell’altra. Avevo in programma di passare la serata qui, di trovare un posto dove mangiare e poi infilarmi in un locale, ma sono scappata dopo 10 minuti.
Vedere giovani ragazzi, che a malapena sono coscienti di sé, buttarsi via così, in una città piena di possibilità e dove l’università è gratuita, mi ha provocato un senso di schifo e di estrema scomodità, tanto che ho sentito proprio il bisogno di andarmene.
Miniatur Wunderland
Se non fosse stata per la collaborazione con l’Ente del Turismo di Amburgo, probabilmente non avrei messo piede al Mondo in Miniatura. Avevo visto qualche video su Youtube prima di partire, ma avevo comunque la paura che si rivelasse qualcosa di bambinesco e sopravvalutato. Mi sbagliavo di grosso.
Durante il mio primo giorno ad Amburgo, io e il mio ragazzo siamo andati a pranzo con Jessica, che lavora nel reparto marketing dell’Ente del Turismo, la quale ci ha omaggiato di un piccolo zaino ricco di brochure e qualche biglietto per le attrazioni di Amburgo.
Due dei sei biglietti erano per il Mondo in Miniatura, gli altri, erano due tour uno in autobus e uno in barca che ho avuto il piacere di regalare sulla mia pagina Facebook a due di voi.
Il Mondo in Miniatura si sviluppa su due piani, sono rimasta stupefatta nel vedere il Colosseo, l’altare della patria, i fori romani e San Pietro, ricostruiti alla perfezione. Per non parlare della fontana di Trevi, di Pompei, del Monte Rushmore, di Las Vegas, delle campagne sterminate della Germania e i paesaggi innevati della Svezia.
Autobus, treni e camion si muovono continuamente, rispettando le precedenze e fermandosi a posti di blocco. Il camioncino dei pompieri, quando c’è un incendio, parte e attraversa un mondo fatto di alberi mignon per fare il suo dovere.
Ma l’aeroporto più piccolo del mondo è stata la cosa che mi ha colpito di più, forse anche per i miei 5 anni passati tra check in e biglietteria al Marco Polo di Venezia. Gli aerei atterrano e decollano, di notte e di giorno (sì, un giorno dura circa 15 minuti, poi, cala la notte e si accendono le luci dei modellini), si attaccano al finger e fanno rifornimento. Una meraviglia tecnologica.
Vi consiglio di andarci, per tornare bambini un paio d’ore, ma non di sabato e non se piove, perché pare che questo sia un buon ritrovo, soprattutto per i turisti giapponesi e le loro macchine fotografiche.
Il Museo Marittimo
Nove piani di quadri, divise, strumenti, corde e riproduzioni di navi antiche e tra le più moderne. Un viaggio nel tempo e nel mondo della marina, che vi porterà via circa due ore, ma se non siete degli appassionati, potete sempre fare un giro di un’ora e mezza dalle 16.30 in poi, pagando il biglietto la metà (6 euro).
Speicherstadt, la città dei magazzini
In prossimità del porto, vicino alla neo Opera House, si trova questa “città di magazzini”, una zona con 17 grandi magazzini di fine ‘800, oggi per lo più in disuso. Si affacciano direttamente sui canali e fanno parte di quel patrimonio storico-culturale, risparmiato dalle bombe degli alleati.
Il Mondo in Minatura, si trova proprio all’interno di uno di questi “block”.
L’Opera House
Sicuramente l’orgoglio degli abitanti di Amburgo, per la sua forma particolare e per il fatto di avere, finalmente, un teatro dove andare a vedere e ascoltare l’opera, degno di fare concorrenza a quello di altre città.
La sua struttura ricorda la forma di una nave, che naviga a vele spiegate. Impressive, ma i troppi flash dall’alto della terrazza che taglia a metà l’Opera House, mi hanno fatto desistere dal salire. Ad ogni modo, l’unico modo per visitarla è comprare un biglietto per l’opera.
Dove dormire ad Amburgo
Poco dopo aver comprato il volo a pochissimo, ho dovuto fare i conti con i prezzi, non altrettanto economici, delle stanze d’albergo. Dormire ad Amburgo è caro, parlo di una media di più di 100 euro al notte per stare in centro, se però vi accontentate di un ostello, allora i prezzi scendono.
Noi abbiamo optato per un appartamento, prenotato con Airbnb, che potete vedere a questo link. Mathias è un ottimo padrone di casa, gentile e disponibile, inoltre, ci ha prestato due biciclette!
Ah, se durante il vostro prossimo viaggio, vorrete prenotare su Airbnb, tramite questo link potete avere 35 euro di sconto.
Conclusioni
Ecco cosa vedere ad Amburgo in 3 giorni, secondo me, ma a questa lista di attrazioni, vi aggiungerei ancora qualche consiglio.
- munitevi di vocabolario italiano-tedesco, in alcuni locali non esistono i menù in inglese e dovrete fare affidamento alla fortuna o al cameriere
- girate in bicicletta, Amburgo è assolutamente sicura, ricca di postazioni per il bike sharing e di piste ciclabili
- Fate anche un salto alla sede di Google, io mi sono scordata di farmi un selfie (mannaggia)
- Il centro di Amburgo, dove passare la serata, non è il vicino alla Rathaus, ma è nel quartiere di Saint Poli. La sera, quando gli uffici chiudono, in centro non c’è anima viva, solo voi che state ancora cercando di capire dove siete
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Ciao, io sono Elisa Pasqualetto, ma tutti ormai mi chiamano Liz. Sono nata a Venezia, anche se le voci dicono che non ci viva più nessuno. Nella vita lavoro freelance come Social Media Manager e Copywriter, mentre questo blog è solo una finestra sulla mia più grande passione: il viaggio.

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